a cura di Giovanni Regiroli
Nell’articolo
della scorsa primavera, ben prima dell’apertura di Expo, scrissi: ‘(Expo)
“capiterà” per ben sei mesi a dieci minuti da Novate.
….Ho scritto, non casualmente, “capiterà” perché EXPO si svolgerà indipendentemente dalla nostra volontà, ma
toccherà a ciascuno di noi e, tramite noi, alla comunità in cui siamo
inseriti “afferrare” tale opportunità…..’
I sei
mesi sono passati e Expo ha chiuso i battenti. Vorrei ora scrivere di ciò che Expo è
stato per me e per le persone con cui mi sono confrontato, un articolo basato
sul vissuto reale dopo le aspettative teoriche. Senza toccare i dati che quantificano
Expo, di quelli scriveranno gli an
alisti.
alisti.
Innanzi tutto, se devo pensare a una immagine
che racchiuda in un tutt'uno i mesi di apertura e anche quelli precedenti
e che verranno, mi viene in mente l’immagine della“cometa”. Per tre motivi,
legati al prima, al durante e al dopo.
La cometa era attesa, si sapeva quando
sarebbe apparsa. Nella tradizione popolare
la cometa è anche portatrice di disgrazie, ed ecco i “no Expo” e i critici negativi
che predicavano il fallimento dell’evento, ecco la nostra (anche mia) scontata
aspettativa che la cometa sarebbe arrivata sicuramente prima che fossimo
pronti ad accoglierla, di sicura qualcosa sarebbe andato storto.
A far
da contraltare al pessimismo e alla negatività, ecco le associazioni della società
civile che organizzano eventi sul tema: “Nutrire il Pianeta”. Abbiamo vissuto
per mesi e mesi incontri, dibattiti, spettacoli e letto articoli che hanno
toccato i grandi temi della fame del mondo e dell’obesità quale suo opposto,
della sostenibilità, dello spreco, della solidarietà e della condivisione.
Saremmo stati coinvolti e sensibilizzati su questi temi se non fosse stato per
l’arrivo imminente della cometa? Di certo un grande grazie va alla società
civile per aver voluto e saputo proporre in modo positivo e propositivo i temi
forti in preparazione dell’evento
La cometa è arrivata, il 1° maggio e,
sorpresa, la coda era tutta intera anche
se non ancora della massima lunghezza, ma non spezzata in parti non finite.
In più la coda è apparsa subito molto
luminosa. La cometa ha offerto sei mesi di
bellezza a chi ha saputo goderne, e godere della bellezza fa bene al corpo e
allo spirito.
Sei mesi in crescendo, di pubblico e di eventi. Una grande festa popolare partecipata
e gioiosa in cui ciascuno si è costruito e ha vissuto una propria Expo,
più di
divertimento o maggiormente di contenuti, più di riflessione sul tema del cibo o
maggiormente turistica e culinaria…in ogni caso confrontandosi con la diversità delle
culture presenti e afferrando i contenuti con curiosità, apertura e
atteggiamento positivo.
Anche nei giorni di sovraffollamento non ho sperimentato la frustrazione.
Nessuno
era obbligato alle lunghe code dei padiglioni più gettonati, eppure le persone
si sono messe in coda pazientemente, e
più coda c’era e più ne attraeva: che
altro se non per godere della bellezza là offerta? E perché assistere più volte allo
spettacolo serale all’albero della vita se non per l’emozione della bellezza
dei
suoni,
luci e giochi d’acqua che ne uscivano? Di certo molti paesi non hanno colto il tema
“Nutrire il pianeta, energia per la vita” ma hanno comunque offerto una sfaccettatura
del tema e consentito ai visitatori di cogliere aspetti diversi in padiglioni
diversi. Una grande festa in cui ciascuno ha vissuto nuove esperienze.
Quando è arrivata al massimo della
luminosità,
dopo sei mesi, la cometa è sparita dalla nostra vista ma ci ha lasciato gli
sciami di meteore che ci ricordano del suo passaggio, che spingono a continuare
il confronto sui grandi temi dell’alimentazione e del diritto al cibo iniziati
prima di Expo, a stimolare Milano perché continui ad essere una città viva e propositiva, a far crescere la nostra
positività quali italiani per ciò che abbiamo saputo offrire prima di tutto a
noi e poi al mondo intero grazie alla grande festa di Expo.
“Chiunque sia in grado di mantenere la capacità di vedere la bellezza
non diventerà mai vecchio”
Franz Kafka