Si è spento il sole

Molti anni fa  Celentano cantava così
“si è spento il sole, chi l’ha spento sei tu”.
Questa metafora si addice in un certo senso a quello che il PD novatese sta vivendo.
Il sole, la novità, la speranza di molti elettori si sta spegnendo e la causa di tutto questo sta in una crisi che si sta manifestando sempre più dentro il Partito di maggiore consenso: il Partito Democratico.
E' stata ormai approvata  dalla Direzione Metropolitana di Milano il 18 Dicembre 2014 la Carta dei Circoli. In essa si chiede esplicitamente ai singoli circoli di rispondere alla richiesta di definizione delle linee guida dell'attività di sezione. La carta prevede che si agisca anche sul versante degli elettori ed iscritti per renderli sempre più protagonisti dell'azione politica locale. In effetti, si dice che il buon funzionamento del circolo passa attraverso una pianificazione dell'attività che dovrà transitare su un percorso di partecipazione democratica. Ci saremmo aspettati che quest'ultimo punto coinvolgesse da subito e fattivamente iscritti ed elettori che secondo statuto sono la pietra fondante su cui il Partito si regge.  La prolusione della carta recita testualmente:
"Il Partito Democratico è partito di elettori e di iscritti, questa è la sua differenza rispetto ai partiti storici e tradizionali, e la sua principale forza. Non lasciamoli fuori dalla porta in passiva attesa di un loro improbabile ingresso, in assenza di stimoli.Ricordiamo che ben il 17% dell'attività di circolo deve essere dedicata al rafforzamento della comunità PD ovvero alla realizzazione di momenti di confronto e di proposta politica da condividere con la base. Siamo spiacenti di constatare che non sono stati ancora sviluppati  progetti di coinvolgimento dialettico con il popolo democratico  nel nostro ambito comunale. Il rischio è di lasciare fuori dalla porta le energie in grado di dare una forte forza propulsiva al PD locale e conseguentemente a quello nazionale.

Legge di Stabilità 2016: una spinta alla crescita del Paese

Il Governo ha varato la legge di stabilità per il 2016.
Si tratta del più importante atto di natura economico-finanziaria con cui viene definito il quadro delle entrate e delle uscite dello Stato. 
Non è nostra intenzione passare qui in rassegna le misure in essa contenute, anche perché ora incomincia l’iter in Parlamento dove è facile ipotizzare che interverranno modifiche e aggiustamenti. Alcune considerazioni però ci sentiamo di poterle già fare.
Dopo diverse manovre finanziarie tutte improntate alla salvaguardia dei conti pubblici, oggi siamo di fronte ad una manovra che intende cogliere e alimentare i segnali positivi provenienti dall’economia scommettendo su ripresa ed espansione di domanda e produzione. In questa linea si collocano la riduzione della TASI e dell’IRES (quest’ultima a partire dal 2017), i maxi-ammortamenti per le imprese, le agevolazioni fiscali a favore dei lavoratori autonomi e la conferma per il 2016 degli sgravi contributivi per le nuove assunzioni a tempo indeterminato.
D’altra parte un Governo di centrosinistra non può dimenticarsi di coloro che si trovano in situazioni di maggior disagio e quindi assumono particolare rilevanza la previsione di uno stanziamento di 600 milioni a sostegno delle famiglie numerose in stato di bisogno e l’aumento della spesa sanitaria di un miliardo.
Ci sembra che questa legge finanziaria (come si sarebbe chiamata un po’ di anni fa) rappresenti un altro fondamentale tassello dell’opera di trasformazione e rinnovamento del Paese che il governo Renzi sta realizzando da quando si è insediato 20 mesi fa, aggiungendosi alle riforme della PA, della scuola, del sistema elettorale, del Senato e del mercato del lavoro, solo per citare le più importanti.
Non dimentichiamoci inoltre che i dati positivi sul versante della ripresa economica italiana si fanno sempre più forti e stabili, e una parte rilevante in tal senso la sta avendo proprio il Governo in carica con i suoi provvedimenti. A sostegno di questa tesi torna utile la notizia di questi giorni relativa alle analisi e alle previsioni, tra gli altri, di ISTAT e Commissione Europea sulla dimensione sempre più strutturale dei positivi dati economici italiani.
In questo quadro allora sembrano un po’ stridenti alcune obiezioni - chiamiamole così per amor di patria - sollevate soprattutto da una parte della sinistra. Dicono, quelli di quella sinistra che sa dire solo no, che la riduzione delle tasse e, in particolare l’abolizione della tassa sulla casa, è stato un manifesto di Berlusconi e dei governi di centrodestra; A parte che un conto è fare un manifesto, altro conto è la riduzione e l’abolizione reale, chiediamo: il problema è la solita discussione ideologica su cosa è di destra e cosa è di sinistra o piuttosto la discussione su cosa sia più giusto ed efficace per il nostro Paese?
Noi siamo per la seconda ipotesi!
Sempre in relazione alle obiezioni che abbiamo sentito da più parti, ci teniamo a mettere in evidenza due aspetti della manovra che avranno positive ricadute dirette sui Comuni. E’ vero che l’abolizione sic et simpliciter della TASI si tradurrebbe in una ennesima taglio delle risorse finanziarie degli Enti locali, ma ricordiamoci che la legge di stabilità contemporaneamente garantisce loro pari fondi compensativi da parte dello Stato. Forse ancora più importante al riguardo, però, crediamo sia la previsione che i Comuni possano beneficiare di una maggior spesa di quasi 700 milioni di euro al di fuori dell’ormai famigerato patto di stabilità. 
Si tratta, in altri termini, di un allentamento di quel patto che è ormai diventato un incubo per Sindaci e cittadini che negli ultimi anni hanno dovuto giocoforza rinunciare a servizi fondamentali per la vita delle comunità locali.
Una buona notizia anche per il nostro Sindaco e i nostri Amministratori, vero?

Milano continui ad essere una città viva e propositiva

a cura di Giovanni Regiroli

Nell’articolo della scorsa primavera, ben prima dell’apertura di Expo, scrissi: ‘(Expo)  “capiterà” per ben sei mesi a dieci minuti da Novate.
….Ho scritto, non casualmente,  “capiterà” perché EXPO si svolgerà indipendentemente dalla nostra volontà, ma toccherà a ciascuno di noi e, tramite noi, alla comunità in cui siamo inseriti “afferrare” tale opportunità…..’
I sei mesi sono passati e Expo ha chiuso i battenti. Vorrei ora scrivere di ciò che Expo è stato per me e per le persone con cui mi sono confrontato, un articolo basato sul vissuto reale dopo le aspettative teoriche. Senza toccare i dati che quantificano Expo, di quelli scriveranno gli an
alisti.
Innanzi tutto, se devo pensare a una immagine che racchiuda in un tutt'uno i mesi di apertura e anche quelli precedenti e che verranno, mi viene in mente l’immagine della“cometa”. Per tre motivi, legati al prima, al durante e al dopo.

La cometa era attesa, si sapeva quando sarebbe apparsa. Nella tradizione popolare la cometa è anche portatrice di disgrazie, ed ecco i “no Expo” e i critici negativi che predicavano il fallimento dell’evento, ecco la nostra (anche mia) scontata aspettativa che la cometa sarebbe arrivata sicuramente prima che fossimo pronti ad accoglierla, di sicura qualcosa sarebbe andato storto.
A far da contraltare al pessimismo e alla negatività, ecco le associazioni della società civile che organizzano eventi sul tema: “Nutrire il Pianeta”. Abbiamo vissuto per mesi e mesi incontri, dibattiti, spettacoli e letto articoli che hanno toccato i grandi temi della fame del mondo e dell’obesità quale suo opposto, della sostenibilità, dello spreco, della solidarietà e della condivisione. Saremmo stati coinvolti e sensibilizzati su questi temi se non fosse stato per l’arrivo imminente della cometa? Di certo un grande grazie va alla società civile per aver voluto e saputo proporre in modo positivo e propositivo i temi forti in preparazione dell’evento

La cometa è arrivata, il 1° maggio e, sorpresa, la coda era tutta intera anche se non ancora della massima lunghezza, ma non spezzata in parti non finite.
 In più la coda è apparsa subito molto luminosa. La cometa ha offerto sei mesi di bellezza a chi ha saputo goderne, e godere della bellezza fa bene al corpo e allo spirito. Sei mesi in crescendo, di pubblico e di eventi. Una grande festa popolare partecipata e gioiosa in cui ciascuno si è costruito e ha vissuto una propria Expo,
più di divertimento o maggiormente di contenuti, più di riflessione sul tema del cibo o maggiormente turistica e culinaria…in ogni caso confrontandosi con la diversità delle culture presenti e afferrando i contenuti con curiosità, apertura e atteggiamento positivo. Anche nei giorni di sovraffollamento non ho sperimentato la frustrazione.
Nessuno era obbligato alle lunghe code dei padiglioni più gettonati, eppure le persone si sono messe  in coda pazientemente, e più coda c’era e più ne attraeva: che altro se non per godere della bellezza là offerta? E perché assistere più volte allo spettacolo serale all’albero della vita se non per l’emozione della bellezza dei
suoni, luci e giochi d’acqua che ne uscivano? Di certo molti paesi non hanno colto il tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita” ma hanno comunque offerto una sfaccettatura del tema e consentito ai visitatori di cogliere aspetti diversi in padiglioni diversi. Una grande festa in cui ciascuno ha vissuto nuove esperienze.

Quando è arrivata al massimo della luminosità, dopo sei mesi, la cometa è sparita dalla nostra vista ma ci ha lasciato gli sciami di meteore che ci ricordano del suo passaggio, che spingono a continuare il confronto sui grandi temi dell’alimentazione e del diritto al cibo iniziati prima di Expo, a stimolare Milano perché continui ad essere una città  viva e propositiva, a far crescere la nostra positività quali italiani per ciò che abbiamo saputo offrire prima di tutto a noi e poi al mondo intero grazie alla grande festa di Expo.


“Chiunque sia in grado di mantenere la capacità di vedere la bellezza
non diventerà mai vecchio”
Franz Kafka