Si è spento il sole

Molti anni fa  Celentano cantava così
“si è spento il sole, chi l’ha spento sei tu”.
Questa metafora si addice in un certo senso a quello che il PD novatese sta vivendo.
Il sole, la novità, la speranza di molti elettori si sta spegnendo e la causa di tutto questo sta in una crisi che si sta manifestando sempre più dentro il Partito di maggiore consenso: il Partito Democratico.
E' stata ormai approvata  dalla Direzione Metropolitana di Milano il 18 Dicembre 2014 la Carta dei Circoli. In essa si chiede esplicitamente ai singoli circoli di rispondere alla richiesta di definizione delle linee guida dell'attività di sezione. La carta prevede che si agisca anche sul versante degli elettori ed iscritti per renderli sempre più protagonisti dell'azione politica locale. In effetti, si dice che il buon funzionamento del circolo passa attraverso una pianificazione dell'attività che dovrà transitare su un percorso di partecipazione democratica. Ci saremmo aspettati che quest'ultimo punto coinvolgesse da subito e fattivamente iscritti ed elettori che secondo statuto sono la pietra fondante su cui il Partito si regge.  La prolusione della carta recita testualmente:
"Il Partito Democratico è partito di elettori e di iscritti, questa è la sua differenza rispetto ai partiti storici e tradizionali, e la sua principale forza. Non lasciamoli fuori dalla porta in passiva attesa di un loro improbabile ingresso, in assenza di stimoli.Ricordiamo che ben il 17% dell'attività di circolo deve essere dedicata al rafforzamento della comunità PD ovvero alla realizzazione di momenti di confronto e di proposta politica da condividere con la base. Siamo spiacenti di constatare che non sono stati ancora sviluppati  progetti di coinvolgimento dialettico con il popolo democratico  nel nostro ambito comunale. Il rischio è di lasciare fuori dalla porta le energie in grado di dare una forte forza propulsiva al PD locale e conseguentemente a quello nazionale.

Legge di Stabilità 2016: una spinta alla crescita del Paese

Il Governo ha varato la legge di stabilità per il 2016.
Si tratta del più importante atto di natura economico-finanziaria con cui viene definito il quadro delle entrate e delle uscite dello Stato. 
Non è nostra intenzione passare qui in rassegna le misure in essa contenute, anche perché ora incomincia l’iter in Parlamento dove è facile ipotizzare che interverranno modifiche e aggiustamenti. Alcune considerazioni però ci sentiamo di poterle già fare.
Dopo diverse manovre finanziarie tutte improntate alla salvaguardia dei conti pubblici, oggi siamo di fronte ad una manovra che intende cogliere e alimentare i segnali positivi provenienti dall’economia scommettendo su ripresa ed espansione di domanda e produzione. In questa linea si collocano la riduzione della TASI e dell’IRES (quest’ultima a partire dal 2017), i maxi-ammortamenti per le imprese, le agevolazioni fiscali a favore dei lavoratori autonomi e la conferma per il 2016 degli sgravi contributivi per le nuove assunzioni a tempo indeterminato.
D’altra parte un Governo di centrosinistra non può dimenticarsi di coloro che si trovano in situazioni di maggior disagio e quindi assumono particolare rilevanza la previsione di uno stanziamento di 600 milioni a sostegno delle famiglie numerose in stato di bisogno e l’aumento della spesa sanitaria di un miliardo.
Ci sembra che questa legge finanziaria (come si sarebbe chiamata un po’ di anni fa) rappresenti un altro fondamentale tassello dell’opera di trasformazione e rinnovamento del Paese che il governo Renzi sta realizzando da quando si è insediato 20 mesi fa, aggiungendosi alle riforme della PA, della scuola, del sistema elettorale, del Senato e del mercato del lavoro, solo per citare le più importanti.
Non dimentichiamoci inoltre che i dati positivi sul versante della ripresa economica italiana si fanno sempre più forti e stabili, e una parte rilevante in tal senso la sta avendo proprio il Governo in carica con i suoi provvedimenti. A sostegno di questa tesi torna utile la notizia di questi giorni relativa alle analisi e alle previsioni, tra gli altri, di ISTAT e Commissione Europea sulla dimensione sempre più strutturale dei positivi dati economici italiani.
In questo quadro allora sembrano un po’ stridenti alcune obiezioni - chiamiamole così per amor di patria - sollevate soprattutto da una parte della sinistra. Dicono, quelli di quella sinistra che sa dire solo no, che la riduzione delle tasse e, in particolare l’abolizione della tassa sulla casa, è stato un manifesto di Berlusconi e dei governi di centrodestra; A parte che un conto è fare un manifesto, altro conto è la riduzione e l’abolizione reale, chiediamo: il problema è la solita discussione ideologica su cosa è di destra e cosa è di sinistra o piuttosto la discussione su cosa sia più giusto ed efficace per il nostro Paese?
Noi siamo per la seconda ipotesi!
Sempre in relazione alle obiezioni che abbiamo sentito da più parti, ci teniamo a mettere in evidenza due aspetti della manovra che avranno positive ricadute dirette sui Comuni. E’ vero che l’abolizione sic et simpliciter della TASI si tradurrebbe in una ennesima taglio delle risorse finanziarie degli Enti locali, ma ricordiamoci che la legge di stabilità contemporaneamente garantisce loro pari fondi compensativi da parte dello Stato. Forse ancora più importante al riguardo, però, crediamo sia la previsione che i Comuni possano beneficiare di una maggior spesa di quasi 700 milioni di euro al di fuori dell’ormai famigerato patto di stabilità. 
Si tratta, in altri termini, di un allentamento di quel patto che è ormai diventato un incubo per Sindaci e cittadini che negli ultimi anni hanno dovuto giocoforza rinunciare a servizi fondamentali per la vita delle comunità locali.
Una buona notizia anche per il nostro Sindaco e i nostri Amministratori, vero?

Milano continui ad essere una città viva e propositiva

a cura di Giovanni Regiroli

Nell’articolo della scorsa primavera, ben prima dell’apertura di Expo, scrissi: ‘(Expo)  “capiterà” per ben sei mesi a dieci minuti da Novate.
….Ho scritto, non casualmente,  “capiterà” perché EXPO si svolgerà indipendentemente dalla nostra volontà, ma toccherà a ciascuno di noi e, tramite noi, alla comunità in cui siamo inseriti “afferrare” tale opportunità…..’
I sei mesi sono passati e Expo ha chiuso i battenti. Vorrei ora scrivere di ciò che Expo è stato per me e per le persone con cui mi sono confrontato, un articolo basato sul vissuto reale dopo le aspettative teoriche. Senza toccare i dati che quantificano Expo, di quelli scriveranno gli an
alisti.
Innanzi tutto, se devo pensare a una immagine che racchiuda in un tutt'uno i mesi di apertura e anche quelli precedenti e che verranno, mi viene in mente l’immagine della“cometa”. Per tre motivi, legati al prima, al durante e al dopo.

La cometa era attesa, si sapeva quando sarebbe apparsa. Nella tradizione popolare la cometa è anche portatrice di disgrazie, ed ecco i “no Expo” e i critici negativi che predicavano il fallimento dell’evento, ecco la nostra (anche mia) scontata aspettativa che la cometa sarebbe arrivata sicuramente prima che fossimo pronti ad accoglierla, di sicura qualcosa sarebbe andato storto.
A far da contraltare al pessimismo e alla negatività, ecco le associazioni della società civile che organizzano eventi sul tema: “Nutrire il Pianeta”. Abbiamo vissuto per mesi e mesi incontri, dibattiti, spettacoli e letto articoli che hanno toccato i grandi temi della fame del mondo e dell’obesità quale suo opposto, della sostenibilità, dello spreco, della solidarietà e della condivisione. Saremmo stati coinvolti e sensibilizzati su questi temi se non fosse stato per l’arrivo imminente della cometa? Di certo un grande grazie va alla società civile per aver voluto e saputo proporre in modo positivo e propositivo i temi forti in preparazione dell’evento

La cometa è arrivata, il 1° maggio e, sorpresa, la coda era tutta intera anche se non ancora della massima lunghezza, ma non spezzata in parti non finite.
 In più la coda è apparsa subito molto luminosa. La cometa ha offerto sei mesi di bellezza a chi ha saputo goderne, e godere della bellezza fa bene al corpo e allo spirito. Sei mesi in crescendo, di pubblico e di eventi. Una grande festa popolare partecipata e gioiosa in cui ciascuno si è costruito e ha vissuto una propria Expo,
più di divertimento o maggiormente di contenuti, più di riflessione sul tema del cibo o maggiormente turistica e culinaria…in ogni caso confrontandosi con la diversità delle culture presenti e afferrando i contenuti con curiosità, apertura e atteggiamento positivo. Anche nei giorni di sovraffollamento non ho sperimentato la frustrazione.
Nessuno era obbligato alle lunghe code dei padiglioni più gettonati, eppure le persone si sono messe  in coda pazientemente, e più coda c’era e più ne attraeva: che altro se non per godere della bellezza là offerta? E perché assistere più volte allo spettacolo serale all’albero della vita se non per l’emozione della bellezza dei
suoni, luci e giochi d’acqua che ne uscivano? Di certo molti paesi non hanno colto il tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita” ma hanno comunque offerto una sfaccettatura del tema e consentito ai visitatori di cogliere aspetti diversi in padiglioni diversi. Una grande festa in cui ciascuno ha vissuto nuove esperienze.

Quando è arrivata al massimo della luminosità, dopo sei mesi, la cometa è sparita dalla nostra vista ma ci ha lasciato gli sciami di meteore che ci ricordano del suo passaggio, che spingono a continuare il confronto sui grandi temi dell’alimentazione e del diritto al cibo iniziati prima di Expo, a stimolare Milano perché continui ad essere una città  viva e propositiva, a far crescere la nostra positività quali italiani per ciò che abbiamo saputo offrire prima di tutto a noi e poi al mondo intero grazie alla grande festa di Expo.


“Chiunque sia in grado di mantenere la capacità di vedere la bellezza
non diventerà mai vecchio”
Franz Kafka



Immigrazione. Italia punto di riferimento


Che l'Italia sia oggi un punto di riferimento a livello internazionale emerge chiaro nelle delicate questioni legate all'immigrazione. 
A casa nostra qualcuno ha raccontato per mesi che l'immigrazione era un problema tutto locale, figlio della cattiva gestione politica di un Governo o di una prefettura. Si è fatto credere che l'Italia fosse invasa e il mondo invece stesse bene. 
Finché la realtà si è presa una cruda rivincita. Il numero delle donne e degli uomini che raggiungono le nostre coste è più o meno lo stesso, identico, dello scorso anno. 
Non c'è invasione, dunque. Si può discutere e riflettere insieme su come gestire al meglio la complicata partita organizzativa, dall'accoglienza all'asilo ai rimpatri. 
Ma non c'è nessuna invasione con buona pace dei professionisti dei toni apocalittici che affollano i nostri talk show, non solo dal lato dei politici. 
Quello che invece sta accadendo in altri paesi europei dimostra che siamo davanti a un problema serio, che durerà anni e che l'intera comunità europea deve affrontare. Ci siamo stancati dei minuti di silenzio di Bruxelles quando affonda un barcone o muoiono tanti bambini sulle spiagge, nelle stive, dentro i camion. 
Non basta commuoversi, è tempo di muoversi. Con una politica di asilo comune, con accoglienza e rimpatri gestiti dall'Europa e non dai singoli stati, con una politica di cooperazione internazionale più incisiva, con un'azione mirata contro i trafficanti di uomini, gli schiavisti del ventunesimo secolo. 
Proponiamo queste cose dal consiglio straordinario di aprile e il popolo delle enews ricorda bene tutti i nostri passaggi, più o meno condivisi, ma certo coerenti. 
Non dovremo fare la fatica di cambiare idea al prossimo consiglio europeo. 
Perché abbiamo sempre sostenuto che sul tema dell'immigrazione l'Europa si gioca la faccia. E che occorre una risposta unita. Adesso che il clima sembra cambiato, adesso che autorevoli leader hanno preso posizioni che finalmente possiamo condividere, adesso che l'Italia ha tracciato la linea, non ci accontentiamo di aver avuto ragione in passato. Vogliamo risolvere il problema, non ci basta dire di aver avuto ragione.

Rho - Monza: facciamo il punto

Il progetto
La riqualificazione con caratteristiche di autostrada urbana della Strada Provinciale 46 Rho–Monza è stata promossa per trasformare l’esistente viabilità provinciale in una viabilità primaria a due corsie per senso di marcia che completi l’anello delle tangenziali della città di Milano. L’opera realizza, infatti, il collegamento da est e ovest del quadrante a nord della città di Milano. In conformità con quanto concordato nel 2007 dagli enti coinvolti sotto la regia della Provincia di Milano in merito alla prosecuzione della Tangenziale Nord di Milano, il potenziamento della SP 46 Rho-Monza passa attraverso la realizzazione di un tracciato di circa 9 chilometri dallo svincolo sulla Milano-Meda (all'altezza di Paderno Dugnano), fino all’autostrada A8 (all'altezza di Rho-Fiera). Il 15 ottobre 2007, al tavolo regionale sulle infrastrutture, si trovò un accordo per l’affidamento delle tratte dell’importante arteria: ad Autostrade per l’Italia fu affidata la realizzazione del collegamento fra Baranzate, l’autostrada A8 e il Polo Fieristico (variante di Baranzate), mentre Serravalle si sarebbe occupata della connessione tra la tangenziale Nord e la SP 46. Il 23 ottobre 2008 fu presentato il progetto preliminare dell'opera, per un tracciato della lunghezza complessiva di 9,2 chilometri (di cui 700 metri dell’attuale Tangenziale Nord). 
Il nuovo itinerario. Si realizza il prolungamento dell’attuale Tangenziale Nord: a Paderno si sovrappone e si affianca alla Milano-Meda, supera il fiume Seveso e la linea ferroviaria Milano-Como, per arrivare a collegarsi alla provinciale Rho-Monza. Di qui il tracciato corre lungo la provinciale, che viene riqualificata con interventi che adegueranno le attuali due corsie per senso di marcia alle caratteristiche autostradali. Sarà inoltre realizzata una variante a sud dell’attuale percorso, per allontanare l’opera dall’area abitata. Ai primi di agosto del 2010 “Autostrade per l’Italia” depositò il progetto definito del lotto 3 di propria competenza per la relativa procedura approvativa. La tratta (dall'autostrada A8 alla ferrovia Milano-Varese all'altezza di Baranzate) è stata aperta al traffico il 27 aprile 2015. 

L'intervento è suddiviso in 3 lotti costruttivi: 
  • Lotti 1 e 2: riguardano la tratta da Paderno Dugnano a Novate/Bollate. Concessionaria del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e soggetto attuatore è Milano Serravalle. 
  • Lotto 3: riguarda la Variante di Baranzate. Concessionaria del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e soggetto attuatore è Milano Serravalle.

La galleria sotto i binari delle Ferrovie Nord
L’elemento che forse più interessa Novate è dato dall’attraversamento della linea ferroviaria che avverrà in galleria nell’ambito del lotto 2 e la prosecuzione in trincea del tracciato. Si tratta di un evidente successo di tutti coloro che hanno lottato per evitare che la nuova arteria stradale avesse un ponte di sei corsie per superare la via Bollate, con evidenti ripercussioni negative sulla nostra città. Dopo la galleria, l’autostrada risalirà velocemente e si presenterà in rilevato in corrispondenza dello svincolo di Baranzate-Novate, per sovra-passare la rotatoria di svincolo e subito dopo il torrente Pudiga alla progr. Km 0+659.56. 

News
Proprio per permettere i lavori del sottopasso della ferrovia, la via Bollate sarà chiusa presumibilmente verso la fine del 2015 per l’apertura del cantiere che dovrebbe avvenire nel gennaio 2016.
Per evitare disagi è stato proposto di aprire almeno un percorso ciclo-pedonale. 
Un’altra questione all’ordine del giorno è quella inerente alla costruzione della complanare che dovrebbe costituire una sorta di circonvallazione a nord della città che collegherebbe la zona dove si trova il “Famila” con la via Bollate, per poi proseguire con un tracciato parallelo alla nuova autostrada verso Paderno Dugnano. Il progetto esecutivo, al momento, non prevede il primo tratto fra il “Famila” e via Bollate. Dunque, si verrebbe a determinare un’interruzione della complanare che genererebbe un riversamento di c.a. 23.000 veicolo al giorno all’interno della città. Sul punto, la nostra amministrazione ha ribadito l’inammissibilità di tale situazione e l’importanza che la complanare - inserita nella bozza del progetto definitivo portato alla Conferenza dei Servizi – riveste, poiché struttura parallela alla Rho-Monza che dovrà accogliere tutto il traffico locale.

Un’Associazione sotto la lente….. Comitato Parchi e Giochi Bimbi


Il Comitato è sorto nell’autunno dello scorso anno per iniziativa di un nonno che, incominciando a portare il  proprio nipotino nelle aree giochi dei parchi cittadini, si è accorto del loro stato insoddisfacente. Anziché dissipare l’energia in polemiche, questo nonno ha dapprima stabilito un contatto con l’Amministrazione Comunale, sia per stimolarne l’intervento che per sapere cos’era possibile e consentito fare di propria iniziativa. Dopo di che ha cercato di aggregare un certo numero di persone che avessero  lo stesso desiderio di cooperare per il miglioramento non solo dei giochi bimbi, ma anche dei parchi e delle aree verdi in cui questi giochi sono collocati. Nel frattempo tra il Comitato e l’Amministrazione Comunale è stata sottoscritta una convenzione che autorizza e regola i possibili interventi del Comitato sulle aree verdi di Novate.
Attualmente il Comitato conta più di 40 sostenitori, anche se quelli effettivamente “operativi” sono in numero inferiore, per comprensibili limiti legati alla disponibilità di tempo libero.
Va precisato che il Comitato è apartitico e nel suo rapporto con l’Amministrazione comunale prescinde dalla collocazione politica.
Il Comitato si è subito trovato in sintonia con altre associazioni, ad esempio con l’Associazione GENITORIeSCUOLA di via Baranzate, con la quale ha collaborato sia in occasione della giornata “Non ti scordar di me”, effettuando interventi sulle aree verdi sia interne che esterne ai plessi scolastici, che, più recentemente, alla pulizia e sistemazione del Parco Ghezzi.
Altri interventi realizzati riguardano la sistemazione del Parco Brasca in preparazione della Festa delle Associazioni di Novate lo scorso 26 aprile, festa che ha visto il Comitato presente con un gazebo e con due visite guidate agli alberi del parco, per riconoscerli e per parlare delle corrette potature e manutenzioni; la sistemazione (nei limiti degli interventi consentiti) di alcuni giochi bimbi; lo svuotamento e pulizia della ex-fontana (successivamente riattivata dall’Amministrazione Comunale) e altri piccoli interventi nel parco di via Baranzate.
Più in generale, il Comitato sta facendo un censimento ed una rilevazione sullo stato dei giochi dei bimbi, delle aree verdi, delle piante, delle panchine e delle fontanelle nei vari parchi di Novate, dai quali emergono le necessità di interventi richiesti all’Amministrazione Comunale ed altri che vengono fatti direttamente dai volontari del Comitato. 
A breve dovrebbe essere realizzato un intervento presso il Parco dei Donatori del Sangue e una rilevazione dello stato e delle necessità  di manutenzione del verde presso il Parco Polì. E’ stata anche pianificata la sistemazione di alcune panchine sostituendo i listelli di legno divelti.
L’operatività del Comitato è comunque limitata dalle regole fissate dalla Convenzione, regole dettate dalla sicurezza (sia per le potature che per i lavori di sistemazione dei giochi). Anche per questo i volontari sono alla ricerca di potenziali sponsor che possano collaborare (economicamente o operativamente nei settori di loro competenza) in alcuni dei progetti e nella successiva manutenzione sia di giochi bimbi che di selezionate aree verdi. E’ in cantiere anche una newsletter: aderenti e cittadini interessati potranno così sapere ciò che il Comitato fa e ha in programma, oltre ad avere informazioni e notizie utili in campo botanico e naturalistico.
Perché una scelta di volontariato attivo in un campo come quello della cura del verde e dei giochi per i bambini, visto che in molti pensano che debba essere l’Amministrazione e solo l’Amministrazione ad occuparsene?
La risposta nasce dalla costatazione che l’essere attivi per il miglioramento dei beni comuni, che sono di tutti, fa bene a noi stessi. Varie ricerche hanno dimostrano infatti che le aree alberate riducono lo stress dell’abitare in contesti artificiali come le aree fortemente urbanizzate; gli indici di benessere e qualità aumentano quando si va a vivere in zone più verdi. Di conseguenza, chi si prende cura del mantenimento e miglioramento del verde fa prima di tutto del bene a se stesso, si prende cura di sé prima ancora di fare un servizio alla comunità locale.
Questo è un motivo importante per comprendere perché il Comitato Parchi e Giochi Bimbi si prende cura del verde pubblico, gratuitamente, senza aspettare che venga fatto da altri. Certo, ci sono dei limiti, ma i suoi volontari cercano di fare tutto il possibile e, facendolo, hanno anche il diritto-dovere di essere sia critici che di stimolo verso l’Amministrazione. Sempre e solo con un obiettivo: fare bene evitando di disperdere risorse ed energie. Meno soldi ci sono e maggiore importanza assume un’azione basata sulla professionalità e sull’individuazione di priorità.
Ci piace concludere questa presentazione con alcuni pensieri estratti da “La lettura”, inserto del Corriere della Sera del 14 giugno scorso, “L’altruismo (ma non troppo) fa bene” di Telmo Pievani, recensione del libro “ L’altruismo, la cultura, la genetica e il benessere degli altri” del biologo americano D. S. Wilson: “In teoria la selezione naturale dovrebbe privilegiare gli egoisti. Non è così”; “se prevale la forza del gruppo (sull’individuo), come nelle specie sociali quale la nostra, l’altruismo diventa una strategia vincente e la cooperazione si diffonde sempre di più”. Pensieri in piena sintonia con quanto scritto sopra: l’altruismo è vincente. E di sicuro non ne facciamo troppo.
Per contattare il Comitato Parchi e Giochi Bimbi: comitatoparchinovate@gmail.com

PER IL PD UNO STOP. ORA CHIAREZZA NEL PARTITO ... NAZIONALE E LOCALE


Sono passate ormai alcune settimane dalla chiusura della tornata elettorale con cui quasi 17 milioni di italiani sono stati chiamati a rinnovare giunte e consigli di 7 Regioni e di più di 1000 Comuni.
I risultati sono noti e commenti sull’argomento ne abbiamo letti e sentiti tantissimi. In estrema sintesi ecco le nostre considerazioni.
    1. Il confronto fatto da più parti –non sempre in buona fede- con i risultati delle Europee dell’anno scorso e delle Politiche del 2013 non ha senso; è come mettere insieme mele, pere e banane: ottime per una buona macedonia, ma sempre di frutti diversi si tratta.
     2.  L’astensionismo la fa sempre più da padrona. Se da una parte questo è un trend che caratterizza molte democrazie nel mondo, sicuramente in Italia ha assunto dimensioni che non possono essere ignorate.
3. La trasformazione del Paese che Renzi e il suo governo hanno finalmente avviato dopo 20 anni di immobilismo comporta inevitabilmente che si vadano a toccare e scardinare rendite di posizione e interessi consolidati, anche quelli storicamente rappresentati dai partiti di centrosinistra e dal PD in particolare. Il prezzo che si rischia di pagare nel breve periodo è una parziale perdita di consensi. E’ il prezzo del coraggio del cambiamento.
4. Le Primarie come metodo di selezione della leadership possono essere migliorate, ma è irrinunciabile il principio di fondo: una volta scelto il candidato, tutti, vincitori e vinti, lo sostengono per vincere le elezioni, quelle vere. Ricordate Boeri a Milano nel 2010 e Renzi dopo la sconfitta alle Primarie del 2012? E invece avete presente il comportamento di Cofferati e Civati in Liguria un mese fa?
5.  A distanza di un anno e mezzo dall’elezione di Renzi a Segretario del PD e della sua nomina a Presidente del Consiglio è chiaro che la presenza di una leadership forte e riconosciuta è determinante.
6. Mentre a livello nazionale il #cambiaverso renziano si sta concretizzando in un effettivo rinnovamento della classe dirigente e della politica, a livello locale la strada è, purtroppo, ancora lunga. Ci si è concentrati sulle esigenze di governo del Paese ed è stato trascurata la necessità di ricambio della dirigenza in molte realtà locali dove la politica è rimasta appannaggio dei soliti noti.
Niente di nuovo, direte. E in effetti non abbiamo pretese da fini e innovativi analisti politici. Ci sembra però giusto che Partecipa Adesso dica la sua, anche e soprattutto in una logica di rilancio della discussione e dell’azione politica a Novate. La nostra è una realtà in cui c’è un gran bisogno di un confronto su molti dei temi evidenziati da questa tornata elettorale, temi che, se da una parte hanno un respiro nazionale, dall’altra sono strettamente collegate alle difficoltà della politica del centrosinistra e del PD a Novate. Diciamo pure che, a nostro parere, questi temi costituiscono la spiegazione di una parte importante del problema novatese.
E chi deve prendersi la responsabilità di affrontarli se non il PD, ovvero il partito di maggioranza e azionista di riferimento della politica a Novate?