OK! Il patto di stabilità è stato raggiunto... Intervista all'Assessore al Bilancio Francesco Carcano


Francesco Carcano - Assessore al Bilancio Comune di Novate Milanese
Francesco nella sua vita frenetica fatta di incontri, di commissioni, di studio e lavoro gode per tre grandi passioni: il running, l’alpinismo e l’Inter. Cosa hanno in comune questi hobby? Essenzialmente la tenacia e il coraggio (….soprattutto parlando di Inter). Questi due fattori li ha portati anche nella sua nuova  importante esperienza politica.

Ci hai tenuti sul filo per mesi, le cifre sembravano prefigurare un flop e invece con tenacia avete agguantato questo importante risultato proprio alla vigilia di Natale. Proprio un bel regalo sotto l’albero per i cittadini novatesi. Cosa è successo?
Sì, l’obiettivo di patto di stabilità interno è stato rispettato anche quest’anno. Non è stato facile, ma ce l’abbiamo fatta ed il merito è da ascrivere a tutti gli assessori e ai loro settori di competenza che hanno saputo porre in essere significativi tagli alla spesa, operando così anche alcune dolorose rinunce, a fronte del fatto che l’ammontare delle entrate in conto capitale dell’ultimo trimestre non sarebbe stato comunque sufficienti a raggiungere l’obiettivo di patto. L’impegno di tutti è stato significativo: ognuno si è caricato sulle spalle il proprio fardello e di questo non posso che essere loro grato.
Ciò detto, dato lo scenario decisamente complesso che induce a profonde riflessioni sulla costruzione dei bilanci dei prossimi anni, abbiamo cercato di limitare quanto più possibile le ricadute sulla cittadinanza, concentrandoci sulle spese di funzionamento dell’Ente; con tenacia però abbiamo mantenuto alcune voci di spesa per noi politicamente rilevanti; ne cito una su tutte: il contributo per il diritto allo studio che rimane invariato rispetto al 2013. Segno tangibile dell’importanza che questa tematica riveste per l’Amministrazione e riconosciutaci anche in sede di Consiglio Comunale da alcune forze di opposizione.

Per il 2015 due grandi obiettivi da raggiungere.
Dismissioni di Polì e Meridia: a che punto siamo?
Dopo l’approvazione in autunno dell’atto d’indirizzo sulle società partecipate sia da parte della Giunta che poi del Consiglio Comunale, abbiamo individuato il consulente specializzato che ci aiuterà a perseguire l’obiettivo di alienazione della partecipazione comunale nelle società Cis-Polì e Meridia. Sul punto mi si permetta di precisare ancora una volta che questo percorso che abbiamo tracciato non pregiudicherà in alcun modo la continuità del servizio offerto all’utenza che sarà sempre ed in ogni caso garantito come anche i livelli occupazionali delle società coinvolte.

Lotta all’evasione fiscale, anche a livello comunale.
Cosa si intende fare nel 2015?
Il tema dell’evasione e dell’elusione fiscale è a tal punto importante per quest’amministrazione da essere presente nelle linee programmatiche del Sindaco. Negli scorsi cinque anni è già stata condotta un’attività sistematica di recupero delle imposte locali arretrate non pagate dai cittadini; nel solco di questo lavoro opereremo anche nei prossimi anni cercando di agire su più fronti, valorizzando al massimo il lavoro dell’ufficio tributi comunale.
Personalmente ritengo però che, per rendere sempre più puntuale e proficua l’attività di contrasto all’evasione dei tributi locali, siano necessari tre elementi: fissazione di criteri omogenei e condivisi per il calcolo delle imposte; semplificazione degli adempimenti per il cittadino-contribuente; condivisione all’interno dell’amministrazione comunale dell’intersettorialità dell’obiettivo del recupero dei tributi evasi.
La legge di stabilità approvata dal Parlamento poco prima di Natale lascia invariata la struttura dei tributi locali per il 2015, rinviando al 2016 eventuali novità; questo indubbiamente ci agevola nella misura in cui ci si potrà dedicare con ancora maggiore impegno all’attività di controllo e recupero dei tributi non pagati dai cittadini. Accanto a queste attività di contrasto all’evasione ed elusione dei tributi locali, si affianca il tema del contrasto alla macro-evasione, ossia quella che per capirci è relativa ai tributi statali e che compete in ultima istanza all’Agenzia delle Entrate. Già all’inizio della prima amministrazione Guzzeloni venne sottoscritto con l’Agenzia delle Entrate un protocollo d’intesa che mirava a definire i criteri per garantire uno stabile flusso di informazioni tra Comune e Agenzia finalizzato alla trasmissione di segnalazioni qualificate, a fronte delle quali l’Agenzia medesima avrebbe riconosciuto al Comune una percentuale del recuperato.

Fino ad ora i risultati, però, sembrano oggettivamente esser pochi.
Non si è riusciti a dare concretezza a tale protocollo, per svariate ragioni, non ultime la delicatezza delle informazioni da trattare e i tempi lunghissimi di risposta dell’Agenzia delle Entrate. Vista però l’esperienza maturata da alcuni comuni nel recente passato e il fatto che la Legge di Stabilità di recente approvazione fissa al 55% del riscosso dall’Agenzia delle Entrate la percentuale di riconoscimento al Comune a fronte di una segnalazione qualificata, stiamo ragionando anche su questo tema, consapevoli però che l’eventuale ritorno economico per il Comune comunque non dovrà essere atteso prima di un triennio.

Partito Democratico? Una casa trasparente


Riprendiamo questa immagine, parafrasandola da quella particolarmente cara a Filippo Turati e relativa all’attività amministrativa come “casa di vetro”, per cercare di spiegare come debba essere intesa l’azione dei partiti, finalizzata al recupero di affidabilità verso il popolo. Lo sforzo che i partiti devono fare per combattere l’astensionismo e il rigetto che per la politica i cittadini ormai da anni dimostrano, è quello di rendere sempre più trasparente il loro operato. I partiti, a cominciare dal PD, devono trasformarsi da meri strumenti di raccolta del consenso in organismi in grado di esprimere una visione del mondo che intendono costruire. Il cittadino elettore deve essere considerato il vero “padrone” dello sforzo democratico realizzato dai partiti. Sempre più ci deve essere un dialogo costante con gli iscritti e gli elettori per arginare la fuga dei cittadini dall’arena politica. E’ ormai un obbligo che i partiti e i loro gruppi dirigenti rendano edotta la base elettorale delle attività svolte per loro conto.
Il gruppo dirigente di un partito, dunque, deve perdere quella caratteristica di autoreferenzialità che finora ha contraddistinto la vita delle formazioni politiche. Il primo passo per riavvicinare la gente alla politica consiste nel dare agli elettori e agli iscritti la possibilità di giudicare il lavoro svolto.
Informare, comunicare e rendicontare devono essere le parole d’ordine dei partiti per eliminare la cosiddetta crisi della rappresentanza.
Del resto anche durante il congresso del PD novatese è stato chiesto più volte di rendere edotti gli astanti di quanto accaduto durante il percorso di preparazione alla votazione.
Abbiamo cercato di spiegare, anche ai non addetti ai lavori, le vicissitudini precongressuali in una mera logica di servizio verso l’elettorato del PD. Purtroppo abbiamo scatenato l’ira di alcuni.
Tuttavia, la verifica democratica del consenso all’interno dei partiti non può che passare attraverso un processo di giustificazione del comportamento che garantisca a valle il controllo degli elettori.
Forse quella qui rappresentata è una nuova cultura politica che ha bisogno di tempo per essere acquisita da tutti i protagonisti della scena politica.
Ma questa nuova cultura deve sempre più svilupparsi per garantire la sopravvivenza della democrazia e una migliore gestione dei partiti politici, indipendentemente dalla caratterizzazione che a essi si vuol dare.
Solo intendendo i partiti politici delle case di vetro si riuscirà a riaffermare la dignità di chi opera al loro interno, contro ogni forma di antipolitica, e così separare “il grano dal loglio”.

SPECIALE EXPO 2015

Viaggiare tra i sapori e le tradizioni dei popoli della terra, coinvolgendoci in prima persona in percorsi tematici, approfondimenti sul mondo dell’alimentazione, stimoli di educazione alimentare e consapevolezza di stili di vita: una vetrina mondiale con la partecipazione di 145 nazioni, 3 organizzazioni internazionali, 13 organizzazioni della società civile che “capiterà” per ben sei mesi, dal 1 maggio al 31 ottobre 2015, a dieci minuti da Novate. ”Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, questo sarà il tema dell’Esposizione Universale di Milano del 2015, cioè EXPO 2015.
Non solo le nazioni ma anche organizzazioni della società civile saranno presenti e svolgeranno un ruolo di primo piano all’interno di Expo 2015, nel padiglione dedicato, Cascina Triulza, animato da eventi e iniziative sul tema. Società civile che già da mesi si è attivata  presentando e discutendo con i cittadini aspetti importanti del tema di EXPO, quali il diritto e l’accesso al cibo, gli stili di vita virtuosi e sostenibili, la sicurezza e l’educazione alimentare, la cultura del cibo e la biodiversità. Tra le organizzazioni saranno presenti Caritas, Fairtrade (Equosolidale), WWF, Save the Children, Fondazione Triulza, per citarne alcune.
Vi sono grandi aspettative in termini di ricadute economiche per l’Italia, a partire dal turismo sia durante l’esposizione (attesi 20 milioni di visitatori, di cui 6 dall’estero) che negli anni successivi (incremento del 10-15% degli arrivi annuali di turisti stranieri), come pure per il sistema produttivo con potenziale incremento delle esportazioni agroalimentari e degli investimenti stranieri nel nostro paese, grazie alle relazioni con 145 paesi presenti all’evento. Vi sono le aspettative dei territori italiani che si sono attivati per allargare la propria offerta turistica ed enogastronomica di qualità, nuove attrazioni  al di là delle nostre “proposte” già conosciute in tutto il mondo.
Non meno importanti sono le ricadute non quantificabili, a partire dall’impatto positivo dell’evento in noi e nella nostra comunità. Nel primo paragrafo abbiamo scritto, non casualmente,  “capiterà” perché EXPO si svolgerà indipendentemente dalla nostra volontà, ma toccherà a ciascuno di noi e, tramite noi, alla comunità in cui siamo inseriti “afferrare” tale opportunità per allargare la nostra conoscenza e sensibilità, per godere e meravigliarci e allo stesso tempo riflettere su quanto vedremo, ascolteremo e dibatteremo, per costruire la consapevolezza del cambiamento, tutto questo partendo dal tema fondamentale del cibo e dell’alimentazione in tutti i loro aspetti. Un’opportunità che porterà mese dopo mese per ritrovarci a fine anno arricchiti di una visuale più ampia e consapevole del mondo e di noi stessi.
 
Per saperne di più: 
  • Sito ufficiale di EXPO 2015 http://www.expo2015.org/it con possibilità di acquisto di biglietti scontati prima dell’apertura dell’evento (anche per regali originali e utili).
  •  Relazioni e materiali presentati in 3 seminari organizzati nel 2014 da Caritas e Fondazione S. Fedele in preparazione a EXPO

Meridia aggiunge 22 centesimi a tavola...

... ma ancora troppe famiglie sono morose.
Meridia è la società creata ormai dieci anni fa dalla Giunta Silva per gestire il servizio di refezione scolastica. Azionista di maggioranza (51%) è la multinazionale Elior, mentre il Comune di Novate Milanese detiene il 49%.
I pasti sono preparati presso il centro cottura di Novate, di proprietà della Società.
Perché il Comune decise di superare il sistema dell'appalto per la gestione del servizio di mensa dando vita a Meridia?
Perché si pensò che un centro cottura di proprietà di una Società dedicata avrebbe potuto portare benefici alla  comunità attraverso un ampliamento della scala produttiva e delle vendite sul mercato. Ampliamento però realizzabile solo ad opera dell'azionista di maggioranza. Inoltre la presenza maggioritaria stabile nel capitale di un operatore “specializzato” era ritenuta garanzia di professionalità.
A distanza di un decennio dalla costituzione e di sette anni dall'avvio del centro cottura, possiamo dire che, superata la difficile fase dello startup (peraltro un po' troppo lunga, a nostro parere), negli ultimi quattro anni si è riuscito ad assicurare l'equilibrio dei conti e un buon livello qualitativo del servizio. Ciò nonostante alcune criticità legate alla perdurante situazione di crisi generale e di settore, e al pesante impatto sulla redditività della società che negli ultimi anni sta avendo l'entità dei crediti incagliati verso le famiglie che non pagano il servizio offerto ai propri figli (parliamo di 80mila euro a dicembre scorso).
A partire però dal 2015 Meridia ha deciso di aumentare i prezzi: 22 centesimi per i pasti scolastici e 15 centesimi per i pasti venduti ai privati.
In pratica, Meridia venderà al Comune un pasto a 5 euro.
Sarà poi il Comune a decidere come e quanto scaricare l'aumento sulle famiglie attraverso il sistema degli scaglioni ISEE. Ragionevolmente, vista la difficile situazione finanziaria di tutti gli Enti locali e anche del nostro Comune, l'aumento ricadrà interamente sui cittadini. Si tratta di incrementi anche comprensibili se si tiene conto che i prezzi sono fermi dal 2010. Il vero problema però è legato alle prospettive di Meridia.
Il venir meno di una importante fornitura ad una caserma (si parla di 160/170mila pasti all'anno) dallo scorso mese di ottobre ne ha evidenziato infatti tutti i limiti.
Considerata la naturale stabilità delle quantità di pasti scolastici, se l'azionista di maggioranza privato non è in grado di rimpiazzare le riduzioni delle quantità di mercato, allora la Società (e il Comune, che peraltro, in quanto azionista di minoranza, ha anche un limitato potere decisionale) ha un problema economico, finanziario e di continuità di un servizio pubblico essenziale. Problema amplificato -in termini di peso dei costi fissi- dal dimensionamento a suo tempo voluto del centro di cottura, eccessivo rispetto alle capacità di assorbimento del mercato locale: parliamo di un centro con una capacità di 6mila pasti al giorno e una produzione di 4mila pasti come punta massima.
L'aumento dei prezzi di vendita è l'unica soluzione praticabile per evitare ricadute economiche per la Società e per il Comune. Ci sembra inoltre condivisibile la scelta fatta da questa Amministrazione di andare a negoziare l'uscita da Meridia, la quale potrà rilevare la quota del Comune (ipotesi piuttosto improbabile vista la convenienza nulla per il Socio) o, in alternativa, potrà decidere una vendita contestuale anche della sua quota.
Per ora nessuno può scommettere sull’esito dell’operazione; considerato però anche il vento che tira a livello nazionale sulle cosiddette società partecipate, è certo che si tratta di una strada che bisogna provare a percorrere.