Partito Democratico? Una casa trasparente


Riprendiamo questa immagine, parafrasandola da quella particolarmente cara a Filippo Turati e relativa all’attività amministrativa come “casa di vetro”, per cercare di spiegare come debba essere intesa l’azione dei partiti, finalizzata al recupero di affidabilità verso il popolo. Lo sforzo che i partiti devono fare per combattere l’astensionismo e il rigetto che per la politica i cittadini ormai da anni dimostrano, è quello di rendere sempre più trasparente il loro operato. I partiti, a cominciare dal PD, devono trasformarsi da meri strumenti di raccolta del consenso in organismi in grado di esprimere una visione del mondo che intendono costruire. Il cittadino elettore deve essere considerato il vero “padrone” dello sforzo democratico realizzato dai partiti. Sempre più ci deve essere un dialogo costante con gli iscritti e gli elettori per arginare la fuga dei cittadini dall’arena politica. E’ ormai un obbligo che i partiti e i loro gruppi dirigenti rendano edotta la base elettorale delle attività svolte per loro conto.
Il gruppo dirigente di un partito, dunque, deve perdere quella caratteristica di autoreferenzialità che finora ha contraddistinto la vita delle formazioni politiche. Il primo passo per riavvicinare la gente alla politica consiste nel dare agli elettori e agli iscritti la possibilità di giudicare il lavoro svolto.
Informare, comunicare e rendicontare devono essere le parole d’ordine dei partiti per eliminare la cosiddetta crisi della rappresentanza.
Del resto anche durante il congresso del PD novatese è stato chiesto più volte di rendere edotti gli astanti di quanto accaduto durante il percorso di preparazione alla votazione.
Abbiamo cercato di spiegare, anche ai non addetti ai lavori, le vicissitudini precongressuali in una mera logica di servizio verso l’elettorato del PD. Purtroppo abbiamo scatenato l’ira di alcuni.
Tuttavia, la verifica democratica del consenso all’interno dei partiti non può che passare attraverso un processo di giustificazione del comportamento che garantisca a valle il controllo degli elettori.
Forse quella qui rappresentata è una nuova cultura politica che ha bisogno di tempo per essere acquisita da tutti i protagonisti della scena politica.
Ma questa nuova cultura deve sempre più svilupparsi per garantire la sopravvivenza della democrazia e una migliore gestione dei partiti politici, indipendentemente dalla caratterizzazione che a essi si vuol dare.
Solo intendendo i partiti politici delle case di vetro si riuscirà a riaffermare la dignità di chi opera al loro interno, contro ogni forma di antipolitica, e così separare “il grano dal loglio”.