Meridia aggiunge 22 centesimi a tavola...

... ma ancora troppe famiglie sono morose.
Meridia è la società creata ormai dieci anni fa dalla Giunta Silva per gestire il servizio di refezione scolastica. Azionista di maggioranza (51%) è la multinazionale Elior, mentre il Comune di Novate Milanese detiene il 49%.
I pasti sono preparati presso il centro cottura di Novate, di proprietà della Società.
Perché il Comune decise di superare il sistema dell'appalto per la gestione del servizio di mensa dando vita a Meridia?
Perché si pensò che un centro cottura di proprietà di una Società dedicata avrebbe potuto portare benefici alla  comunità attraverso un ampliamento della scala produttiva e delle vendite sul mercato. Ampliamento però realizzabile solo ad opera dell'azionista di maggioranza. Inoltre la presenza maggioritaria stabile nel capitale di un operatore “specializzato” era ritenuta garanzia di professionalità.
A distanza di un decennio dalla costituzione e di sette anni dall'avvio del centro cottura, possiamo dire che, superata la difficile fase dello startup (peraltro un po' troppo lunga, a nostro parere), negli ultimi quattro anni si è riuscito ad assicurare l'equilibrio dei conti e un buon livello qualitativo del servizio. Ciò nonostante alcune criticità legate alla perdurante situazione di crisi generale e di settore, e al pesante impatto sulla redditività della società che negli ultimi anni sta avendo l'entità dei crediti incagliati verso le famiglie che non pagano il servizio offerto ai propri figli (parliamo di 80mila euro a dicembre scorso).
A partire però dal 2015 Meridia ha deciso di aumentare i prezzi: 22 centesimi per i pasti scolastici e 15 centesimi per i pasti venduti ai privati.
In pratica, Meridia venderà al Comune un pasto a 5 euro.
Sarà poi il Comune a decidere come e quanto scaricare l'aumento sulle famiglie attraverso il sistema degli scaglioni ISEE. Ragionevolmente, vista la difficile situazione finanziaria di tutti gli Enti locali e anche del nostro Comune, l'aumento ricadrà interamente sui cittadini. Si tratta di incrementi anche comprensibili se si tiene conto che i prezzi sono fermi dal 2010. Il vero problema però è legato alle prospettive di Meridia.
Il venir meno di una importante fornitura ad una caserma (si parla di 160/170mila pasti all'anno) dallo scorso mese di ottobre ne ha evidenziato infatti tutti i limiti.
Considerata la naturale stabilità delle quantità di pasti scolastici, se l'azionista di maggioranza privato non è in grado di rimpiazzare le riduzioni delle quantità di mercato, allora la Società (e il Comune, che peraltro, in quanto azionista di minoranza, ha anche un limitato potere decisionale) ha un problema economico, finanziario e di continuità di un servizio pubblico essenziale. Problema amplificato -in termini di peso dei costi fissi- dal dimensionamento a suo tempo voluto del centro di cottura, eccessivo rispetto alle capacità di assorbimento del mercato locale: parliamo di un centro con una capacità di 6mila pasti al giorno e una produzione di 4mila pasti come punta massima.
L'aumento dei prezzi di vendita è l'unica soluzione praticabile per evitare ricadute economiche per la Società e per il Comune. Ci sembra inoltre condivisibile la scelta fatta da questa Amministrazione di andare a negoziare l'uscita da Meridia, la quale potrà rilevare la quota del Comune (ipotesi piuttosto improbabile vista la convenienza nulla per il Socio) o, in alternativa, potrà decidere una vendita contestuale anche della sua quota.
Per ora nessuno può scommettere sull’esito dell’operazione; considerato però anche il vento che tira a livello nazionale sulle cosiddette società partecipate, è certo che si tratta di una strada che bisogna provare a percorrere.