C'è una PIAZZA che protesta e una che PENSA e COSTRUISCE...


Anche quest'anno abbiamo partecipato alla Leopolda... ne avrete sicuramente sentito parlare sui giornali e dai media, magari con qualche visione semplicistica o distorta
Ma cos'è? La Leopolda è una vecchia stazione ferroviaria di Firenze in disuso da anni, utilizzata ormai solo per eventi di vario tipo.  Dal 2010 è diventata il simbolo dell'iniziativa politica proposta da Matteo Renzi e da tutti quelli che con lui hanno voluto credere in un progetto di rinnovamento del paese. Evento politico, ma non partitico; nessuna bandiera presente per dire che tutti sono invitati, per andare oltre i confini di un solo partito, per aprire oltre... ecco perchè non si può considerare un incontro di una "corrente" di partito.
Tre giorni di approfondimenti, confronto, dibattito, dialogo e ascolto....
C'è chi ha definito la Leopolda un posto "dove si cercano SOLUZIONI e non dove ci si LAMENTA e basta".
Per noi parteciparvi è sempre stato un momento di formazione politica e di confronto importantissimo, interventi di elevato livello e la possibilità di confronto e ascolto attivo proposto con diverse modalità che passano dall'intervento dal palco (4 minuti a testa) ai tavoli di confronto (veri e propri laboratori di pensiero).
Tra le tante suggestioni e diversi interventi proponiamo alcuni stralci:
Matteo Renzi
«Non consentiremo a quella classe dirigente di riprendersi il partito e riportarlo dal 41% al 25%, né al museo delle ceneri»
La ministra delle Riforme Maria Elena Boschi
«Per me la Leopolda è un luogo fondamentale. Qui ho cominciato come volontaria, mi sento a casa. Ho giurato sulla Costituzione che avrei svolto il mio lavoro con onore. Questo significa vedere approvata una legge elettorale che garantisca la governabilità ed elimini il ricatto dei piccoli partiti. Così come portare a termine la riforma costituzionale. Onore per me è far parte di una storia, di una comunità di persone appassionate».
Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, tra i più criticati dalla sinistra del Pd, dopo le polemiche su Jobs Act e articolo 18. «Oggi c’è un Italia stanca. Bisogna immaginare qualcosa di profondamente diverso, basta pensare al passato e a quello che c’è. Su 100 contratti di lavoro stipulati negli ultimi anni, 80 sono stati di tipo precario. Ci vuole il contratto di lavoro a tutele. E dobbiamo cambiare la nostra idea di impresa, basta dualismo tra economia e società».
Il vicesegretario del partito Debora Serracchiani è tornata sulla sfida a distanza con la piazza Cgil: «Grande rispetto, ma basta con la scissione dell’atomo a sinistra. Dobbiamo produrre energia. Solidarietà, lavoro e uguaglianza non sono solo le parole della piazza della Cgil. Sono anche le nostre parole. Qualcuno nel partito non ha capito che gli imprenditori non sono padroni. Grande rispetto per quella piazza, ma evitiamo lo scherno, evitiamo la politicizzazione».
Da Bonaccini candidato governatore dell’Emilia-Romagna  un invito all’unità: «Lancio un appello a chi litiga nelle piazze: il terremoto in Emilia ci ha fatto capire che quando operai e imprenditori si rimboccano le maniche insieme anche le battaglie più dure possono essere vinte».