La NOVATE responsabile e solidale: accoglienza profughi, oltre l'emergenza...

Il Governo italiano ha cercato di distribuire sul territorio nazionale l’eccezionale afflusso di profughi che giungono in Italia scappando da guerra, carestie e miseria.
La Prefettura di Milano, che coordina e gestisce l’emergenza a livello regionale, ha chiesto l’attivazione di tutti gli Enti Locali.
Novate, attraverso la sua rete di Associazioni ed enti del Terzo Settore, si è subito mobilitata per dare il suo contributo in collaborazione con l’Amministrazione Comunale.
Riportiamo le proposte emerse nell’incontro di fine luglio tra tutte le associazioni novatesi e recepite dalla Giunta:
  1. il coordinamento tra le associazioni é garantito dai Servizi Sociali;
  2. si “adotta” un centro di accoglienza di Milano – quello di Via Guerzoni, a noi abbastanza vicino – cercando di andare incontro alle loro necessità; per ora ospita 60 persone, quasi tutti nuclei familiari, tra cui 27 bambini:
  3. i Servizi sociali definiscono con il centro i prodotti di cui i profughi ospitati hanno maggiormente bisogno (per es. prodotti per l’igiene, pannolini per bambini o altro;
  4. i Comitati Genitori preparano un volantino per sensibilizzare la cittadinanza;
  5. il Circolo ACLI stampa il volantino;
  6. SOS e Protezione Civile si sono rese disponibili a fare da punto di raccolta e selezione del materiale;
  7. nel mese di settembre potrà essere utilizzata anche la Festa dello Sport (21 settembre) come momento di raccolta dei prodotti.
Resta ancora in sospeso una questione, posta dal Prefetto in una riunione con i Comuni della provincia milanese: la necessità di reperire spazi per l’accoglienza e l’accompagnamento di quelle persone che transitano nel nostro paese per andare in altre nazioni europee e di quelle persone che decidono di fermarsi in Italia, avendo diritto all’asilo. Per questo l’Amministrazione comunale valuterà cosa fare anche alla luce delle prossime decisioni della Prefettura; visto che il Comune di Milano ha già fatto la sua parte mettendo a disposizione tutti gli spazi utilizzabili, non è da escludere che ai Comuni della Provincia venga “imposta” l’accoglienza per un certo numero di persone.