Scuola, Lavoro e Tessere: a che punto siamo...

dalla ENews di Matteo Renzi
1. Partita la campagna di ascolto sulla scuola
2. Il lavoro, la nostra emergenza.
3. Il PD e il crollo del tesseramento.
 
1. Partita la campagna di ascolto sulla scuola
Vi prego: riempite il questionario. Visitate il sito labuonascuola.gov.it. Stiamo scrivendo il futuro dei nostri figli, facciamolo insieme.
Migliaia di persone stanno leggendo le proposte del governo (c'è tempo fino al 15 novembre, ma voi fate veloci) e ci stanno incalzando con le loro idee. Fatelo anche voi. Fare le riforme precedute da una campagna di ascolto è una delle cifre di questo governo. Sulla scuola, però, è ancora più importante. E tutte le volte che entro in una scuola, mi rendo conto che la mia priorità è restituire dignità e futuro alla scuola italiana. Mi date una mano? Il sito è labuonascuola.gov.it. Per il momento 23mila risposte al questionario su internet, oltre 150 dibattiti già organizzati nei prossimi due mesi, giornate di mobilitazione in quasi tutti i comuni. Sarà la più straordinaria riforma dal basso mai fatta in Italia.


 2. Il lavoro, la nostra emergenza.
Sui giornali grandi discussioni sul JobsAct e sull'articolo 18. A tempo debito sarà bello spiegare cosa cambia per un giovane precario, per un cinquantenne disoccupato, per una mamma senza tutele. Ma ne parleremo prestissimo. Nel frattempo il dibattito si è spostato sul TFR, la liquidazione. Sono soldi dei lavoratori, si dice. Che però vengono dati tutti insieme alla fine. La filosofia sembra essere protettiva: te li metto da parte, per evitare che tu li " bruci" tutti insieme. Uno Stato-Mamma, dunque, che sottilmente fa passare il messaggio di non fidarsi dei lavoratori-figli. Io la vedo diversamente: per me un cittadino è maturo e consapevole. E come accade in tutto il mondo non può essere lo Stato a decidere per lui. Ecco perché mi piacerebbe che dal 2015 i soldi del TFR andassero subito in busta paga mensilmente. Questo si tradurrebbe in un raddoppio dell'operazione 80 euro, più possibilità d'acquisto, un altro tassello verso il modello Italia: noi infatti abbiamo scelto di non ridurre i salari, come hanno fatto altri paesi, ma di fare le riforme per creare competitività. Questo dal punto di vista filosofico. Dal punto di vista pratico, invece, il problema è evitare di affossare la liquidità delle piccole medie imprese che potrebbero soffrire la necessità di pagare subito la mensilità in più. Intanto ci sono segnali incoraggianti di ripresa del numero degli occupati che da febbraio è cresciuto di oltre 80mila unità. Negli anni della crisi abbiamo perso un milione di posti di lavoro, dunque non siamo nemmeno al 10% di quello che va fatto per ritornare ai tempi d'oro. Però è un primo segnale positivo, dopo tanto tempo. Ora la  sfida sarà incoraggiare gli investimenti, specialmente  stranieri.


3. Il PD e il crollo del tesseramento.
Dopo le discussioni in direzione, ci sono stati grandi scontri mediatici dentro il PD per la questione tesseramento. In soldoni: nei primi mesi dell'anno abbiamo avuto un crollo degli iscritti (pare che solo 1/5 abbia rifatto la tessera). Qualcuno ha detto che il PD ha questo crollo perché non è in salute. A me pare che un partito che arriva dove non arrivava nessuno dal 1958, vince in quasi tutte le regioni,  stravince nei comuni è un partito che gode di buona salute. Ma non possiamo girarci intorno: il tema tesseramento esiste. Poi io posso dire che preferisco avere una tessera finta in meno e un'idea in più. Anche perché spesso il tesseramento è alto solo negli anni in cui si votano i segretari di circolo.
Ma quella parte del PD che chiede una discussione sulla forma partito, su come si sta insieme, sulle regole interne,  sul  rapporto partito-governo pone un tema che per me è vero.